Perché voi dentisti siete così “cari”?
I dentisti sono definiti “cari” perchè le spese di gestione e le apparecchiature utilizzate in uno studio dentistico sono le stesse di una qualsiasi clinica privata e specializzata in cui operano ginecologi, oculisti ecc… Quindi esistono dei costi reali e fissi molto alti che vanno considerati unitamente alla durata e alla complessità del trattamento clinico da effettuare. Inoltre i dentisti devono sopperire all’assenza di strutture pubbliche sul territorio e per poter garantire la massima qualità è necessario fare investimenti importanti sia per quel che riguarda le apparecchiature che la qualita’ professionale delle competenze.
IMPLANTOLOGIA
Che cos’è un impianto dentale?
Un impianto dentale è una vite in titanio biocompatibile che, inserito nell’osso, si connette intimamente a quest’ultimo diventando una radice dentaria artificiale. Su questa radice è poi possibile inserire una corona protesica in sostituzione del dente mancante.
Esiste il rigetto in Implantologia Dentale?
Il materiale utilizzato in implantologia dentale è il titanio chirurgico, un materiale totalmente biocompatibile, lo stesso utilizzato nella chirurgia Ortopedica per le protesi del femore, del ginocchio ecc… In entrambe le discipline, ad oggi siamo ad una media molto bassa di “perdita” o fallimenti. Il dato statistico riporta da un 2 – 3 % .Essendo i materiali sempre più performanti sotto l’aspetto della biocompatibilità e in costante evoluzione ,i casi di insuccesso sono quasi sempre di origine batterica (infezioni) e non imputabili a un “rigetto” del materiale stesso. Aggiungo a suffragio, che esistono in questi anni tante “botteghe oscure “ dove si praticano interventi con componentistiche poco inclini ai fattori di cui sopra e spesso ingannevolmente vendute come atti di onestà gratuiti ai pazienti…Credo di non dover aggiungere altro ! “Meditate gente, meditate”
E’ DOLOROSO INSERIRE IMPIANTI? SONO NECESSARI I PUNTI?
Inserire un impianto è molto meno traumatico che estrarre un dente: l’anestesia locale durante l’intervento, il ghiaccio applicato in zona e gli analgesici poi rendono il disagio trascurabile.
La tecnica TRANSMUCOSA (quando possibile / necessaria) è di minore impatto chirurgico e non prevede l’applicazione dei “punti” di sutura . Quest’ultimi se applicati sono di facilissima rimozione e essendo di materiale anch’esso compatibile vengono definiti riassorbibili.
QUANTO DURA L’INTERVENTO DI INSERZIONE DI UN IMPIANTO?
Generalmente l’intervento è semplice e breve: meno di un quarto d’ora per un singolo impianto. Si impiega molto più tempo nella progettazione dell’intervento…che viene programmato dopo la visita, con radiografie, tac, modelli , dime ( guida di inserzione ), mock-up.
QUANTO DURANO GLI IMPIANTI?
Non c’è limite alla loro durata: dalla letteratura si vede che la maggior parte di impianti inseriti 30 anni fa è ancora perfettamente funzionante. Importante però è attenersi ai controlli periodici durante i quali è controllata l’igiene orale, viene fatta l’igiene professionale e si motiva e consiglia il paziente.
UNA VOLTA INSERITO L’IMPIANTO, DOPO QUANTO TEMPO è POSSIBILE METTERCI SOPRA IL DENTE?
A seconda del tipo di intervento, e dal criterio di scelta dell’impianto, i tempi oscillano da tre settimane a subito. Esistono impianti definiti a” carico immediato” , che consentono l’applicazione istantanea dell’elemento dentale. Tuttavia, spesso accade che l’osso sia “scarso” in quantità e qualità e si debba implementare, o rigenerare .In questi casi i tempi si allungano di molto per rispettare la guarigione dei tessuti sia duri che molli e ad ognuno il suo…
MI HANNO DETTO CHE HO POCO OSSO, POSSO INSERIRE GLI IMPIANTI?
Se non c’è osso, come altezza o larghezza della cresta, ci sono varie metodiche che consentono di aumentarla per poter inserire gli impianti.
E’ MEGLIO UN PONTE O UN IMPIANTO PER SOSTITUIRE UN DENTE?
Dipende: se i denti adiacenti a quello da sostituire presentano grosse cure è più indicato il ponte che preserva le corone compromesse. Se sono integri è meglio l’impianto. Tra questi due casi clinici vi sono molte situazioni da valutare singolarmente in base alle condizioni orali e generali nonchè alle esigenze e aspettative del paziente. Da un punto di vista economico i costi sono circa gli stessi.
COSA SONO I MINIIMPIANTI?
Sono dispositivi che molti confondono con impianti più economici ma il “mini” non sta come diminutivo del prezzo, ma bensì alle dimensioni . Sono impianti che non vanno a sostituire i “classici” ma vengono usati ad aiuto per stabilizzare da subito protesi mobili che potrebbero con il loro costante movimento compromettere la guarigione dei tessuti post intervento . In letteratura non si apprezzano casi clinici rilevanti ;preferibile la tecnica tradizionale sempre e comunque .Questa è la nostra opinione.
E’ POSSIBILE UNIRE CON UN PONTE IMPIANTI E DENTI NATURALI?
Ci sono validi professionisti che lo fanno, l’orientamento generale è invece di evitare un simile collegamento. Questo per via della resilienza del dente naturale rispetto ad un impianto che non ha . Quest’ultimo è rigido e non ha nessun legamento che gli consenta di “ammortizzare “ i micro traumi nella masticazione. Per questo non si uniscono , pena la perdita del pilastro naturale che cederebbe al volere dell’impianto.” Meglio soli che male accompagnati”
PROTESI
PORTO UNA DENTIERA CHE MALGRADO FREQUENTI INTERVENTI è MOBILE, SIA QUANDO PARLO CHE QUANDO MANGIO. COME POSSO FARE?
Gli impianti, se le condizioni di salute del paziente e la sua qualità ossea sono nella norma, sono la migliore soluzione per stabilizzare una protesi mobile totale ( dentiera ); se la dentiera è ancora valida non è neppure necessario sostituirla ma solo adattarla agli impianti. Nell’arcata inferiore è quasi sempre fattibile e con solo 2 pilastri si cambia la qualità di vita masticatoria del paziente con costi modesti spesso ammortizzabili in poco tempo se si considerano i prezzi degli attuali adesivi in commercio.
ORTODONZIA
L’ortodonzia invisibile è idonea per tutti i casi clinici?
Come in tutte le branche odontoiatriche, anche in ortodonzia c’è la necessità di effettuare indagini radiografiche ed una visita che permetta di valutare il caso nella sua peculiarità e complessità. In linea di massima l’ortodonzia invisibile è idonea in casi di affollamenti dentali non gravi, rotazioni e problematiche di tipo estetico, quindi non è idonea per tutti i casi clinici. Formidabile la gestione, e la manutenzione consentendo al paziente di igienizzarsi al meglio evitando le scontate problematiche riscontrate nella tecnica tradizionale.
Una persona adulta può effettuare un trattamento ortodontico?
Sì, è possibile effettuare un trattamento ortodontico anche in un paziente adulto, sempre con preliminari indagini radiografiche ed una accurata valutazione delle forze fisiche che vanno quantificate per ovvii limiti d’età. Molte le richieste in questi ultimi anni . Condividiamo questa scelta che denota, maturità e rispetto della propria salute . Lo consideriamo il miglior investimento odontoiatrico.
COSA SUCCEDE QUANDO FINISCE IL TRATTAMENTO ORTODONTICO
Terminata la fase attiva del trattamento ortodontico, dopo la rimozione dell’apparecchiatura, viene normalmente consegnato al paziente un dispositivo di contenzione, fisso o mobile. Questo ha lo scopo di stabilizzare i denti nella nuova posizione, dando tempo ai tessuti di sostegno del dente di adattarsi alla nuova situazione.
CONSERVATIVA E ENDODONZIA
DEVO FARE UN OTTURAZIONE E IL DENTISTA MI HA DETTO CHE SAREBBE DA DEVITALIZZARE
Può succedere, poiché è risaputo che l’immagine radiografica sottostima la dimensione reale della lesione cariosa. Quindi solo durante l’intervento il professionista si accorge, e decide se mantenere vitale o devitalizzare l’elemento. Se si arriva prossimi alla polpa del dente, inevitabile la devitalizzazione…
DI CHE MATERIALE SONO FATTE LE OTTURAZIONI
Le otturazioni vengono oggi realizzate con materiale “composito” polimerizzabile, cioè che si indurisce con una luce attivante direttamente in bocca, e pigmenti che conferiscono il colore ed il grado di translucenza e opalescenza voluta; questo materiale unisce l’estetica della porcellana con la duttilità di utilizzo di un composito.
DOLORE AL DENTE DEL GIUDIZIO. CHE FARE ?
Non tutti i molari del giudizio devono necessariamente essere estratti. Come spesso accade, una diagnosi corretta può indirizzare il paziente alla giusta terapia, sia per preservare il dente che per una sua eventuale estrazione. Il dente del giudizio si toglie quando: è mal posizionato rispetto al molare che lo precede; quando si è impossibilitati alla corretta igiene orale; quando già si sono presentati i sintomi (dolore, gonfiore della gengiva che ricopre tutto o a metà il dente, sensazione di bocca amara, quando il dente è cariato, etc.).
CHE COSA E’ LA SIGILLATURA
Rappresenta l’eliminazione da parte del dentista di quelle nicchie anatomiche presenti nei solchi dei molari dei bambini, ricettacolo di residui alimentari e germi cariogeni. Il dentista elimina in primo luogo i residui e i germi, e poi dispone materiali resinosi sui solchi dei molari. Le ultime generazioni di sigillanti permettono un lento rilascio di ioni fluoro, fosfato e calcio che costituiscono una efficace barriera al progredire delle carie.
COME SI PUO’ PREVENIRE IL FASTIDIO DEI DENTI SENSIBILI
Si può ridurre il rischio di soffrire di denti sensibili mantenendo quanto più possibile la bocca sana, con una buona igiene orale, per aiutare a prevenire la recessione gengivale o la gengivite. E’ importante perciò spazzolare i denti con un dentifricio a bassa abrasività; usare correttamente il filo interdentale; seguire un’alimentazione a base di cibi e bevande poco acidi. Trascurare i denti sensibili può comportare il rischio di carie e gengiviti.
QUALI SONO LE CAUSE DELLE MALATTIE PARADONTALI
Una delle cause principali delle malattie parodontali è sicuramente la placca che si accumula sulle superfici dentali. Se la placca non viene rimossa quotidianamente aumenta di volume e alcune specie batteriche particolarmente aggressive possono penetrare nel solco gengivale provocando un lento processo di distruzione. L’osso si riassorbe e la gengiva si distacca dalla radice del dente, determinando la formazione di uno spazio che viene definito “tasca parodontale”. La velocità e l’entità della distruzione batterica possono però essere influenzate anche da altri fattori, come il fumo, malattie sistemiche come il diabete o leucemie, e da alcune predisposizioni genetiche.
Un dente devitalizzato può far male?
Un dente devitalizzato, può continuare a far male anche per 30-40 giorni dopo l’ultima devitalizzazione, anche se eseguita bene. La presenza di dolore che superi i 3 mesi, invece, deve far sospettare che ci sia un problema. Inoltre un dente devitalizzato può ammalarsi per altre ragioni diverse dalla causa iniziale che ha portato alla necessità di devitalizzarlo. Queste cause possono essere: parodontali, traumatiche ed apicali, quindi su un dente già devitalizzato possono comparire secondariamente delle patologia che possono causare dolore.
A CHE ETA’ è BENE FARE LA PRIMA VISITA ODONTOIATRICA?
Verso i 3 anni la dentatura da latte è completa per cui è opportuno un controllo. In
ogni caso non oltre i 6 anni quando compare il primo molare permanente e c’è la permuta degli incisivi. Inoltre alcune malocclusioni -es terze classi- o abitudini viziate -es succhiare il dito- richiedono un intervento precoce, anche intorno ai 4 anni.
MIO FIGLIO HA ALCUNI DENTI DA LATTE CARIATI, LI DEVO FAR CURARE?
Se il dente da latte è prossimo alla caduta non è necessario, se invece deve restare ancora a lungo in bocca sì. Permettendo alla carie di distruggere il dente viene perso spazio nell’arcata, il che comporta problemi ortodontici. In più un dente cariato è una fonte di infezioni, non solo della bocca ma di tutto l’organismo.
IGIENE E PROFILASSI
Quante volte l’anno è necessario effettuare una pulizia dei denti?
Le linee guida consigliano di effettuare un’igiene orale ogni 6 mesi, anche per permettere un periodico controllo da parte del dentista.
L’uso del filo interdentale è necessario o è sufficiente l’uso dello spazzolino?
L’uso del filo interdentale è fondamentale per la pulizia degli spazi tra dente e dente; quindi, la rimozione meccanica di tutta la placca batterica non è possibile effettuarla con il solo uso dello spazzolino.
LO SBIANCAMENTO
Lo sbiancamento è un intervento estetico che ha come obiettivo il cambiamento del colore dei denti, eliminando o attenuando le discromie dentali, per migliorare e ringiovanire il sorriso. Si produce (in studio) mediante una reazione di ossidazione in cui il gel sbiancante (perossido di idrogeno) penetra lo smalto e fa schiarire la dentina e dunque il colore del dente, utilizzando la luce blu (fredda) del laser che attiva la reazione chimica del gel. E’ un trattamento altamente specialistico, di natura odontoiatrica, che potrebbe risultare molto dannoso se non preceduto da un’attenta valutazione dei parametri di salute dentale di ciascun singolo paziente.